
Per la sua gestione ottimale bisogna disporre di un’adeguata strumentazione di diagnosi nutrizionale e di un banco di fertirrigazione automatizzato ed efficiente
Per l’uva da tavola la fertirrigazione è una tecnica colturale importantissima. Le crescenti esigenze del mercato, la forte concorrenza e l’aumento della superficie produttiva costringono i produttori a differenziarsi per ottenere uva di qualità che soddisfi le richieste dei consumatori, che sia di bell’aspetto, gustosa, cioè buona da mangiare, e dotata di alta shelf life per resistere al trasporto in lunghi viaggi verso la sua destinazione finale. Per ottenere tali risultati il viticoltore non può assolutamente prescindere da una fertirrigazione razionale e innovativa, per la cui gestione ottimale deve anzi disporre di un’adeguata strumentazione di diagnosi nutrizionale e di un banco di fertirrigazione automatizzato ed efficiente.
È quanto sostengono Vincenzo Demattia e Michele Settanni, due dei quattro agronomi soci della Food Agri Service srl di Noicàttaro (Ba), società di consulenza agronomica e certificazione il cui core business è l’assistenza tecnica di campo ad aziende produttrici di uva da tavola, imperniata su strategie di difesa integrata e piani di fertirrigazione.
«Razionalità e innovazione non fanno tuttavia parte del bagaglio comune dei produttori di uva da tavola, in particolare di quelli a capo di piccole e medie aziende, pari a oltre l’80% delle aziende operanti nei comprensori pugliesi coltivati a uva da tavola – afferma Demattia –. Nel migliore dei casi impostano un piano di concimazione basato sull’analisi del terreno e su quella delle acque estratte da pozzo che attinge a una falda, entrambe eseguite ogni 3-5 anni, e sulla specifica varietà coltivata. Di solito eseguono una concimazione di fondo, a base soprattutto organica, prima della ripresa vegetativa, ricorrendo allo spandiconcime a o all’aratro interratore, e a due-tre fertirrigazioni, la prima, non effettuata da tutti, in prefioritura e le altre due, comuni a tutti, in post-allegagione-ingrossamento acini e all’invaiatura».