
Fertirrigazione per raggiungere un buon esito produttivo
La fertirrigazione, sempre più diffusa nella produzione di uva da tavola e fruttiferi, è una tecnica che consiste nell’apportare dall’esterno acqua e nutrienti necessari al raggiungimento di un buon esito produttivo dal punto di vista qualitativo e quantitativo. La sua diffusione è stata negli ultimi anni favorita e facilitata dall’introduzione di sistemi di irrigazione quali la goccia, l’ala gocciolante o la microirrigazione, che permettono un apporto localizzato al “piede” della pianta della miscela acqua/fertilizzante garantendo l’ottimizzazione della nutrizione.
La soluzione fertilizzante è una miscela tra un solvente, l’acqua, e un soluto, il fertilizzante, che ha delle precise caratteristiche chimico/fisiche. La sua composizione chimica viene definita dalla somma delle caratteristiche chimiche dell’acqua di irrigazione utilizzata, e da quelle del tipo di fertilizzante che verrà utilizzato.
Ma cosa accade quando una soluzione nutritiva raggiunge il suolo?
La soluzione nutritiva entra in sistema complesso in cui tre diversi “soggetti”, la soluzione stessa, la pianta ed il suolo, “interagiscono” tra loro. Ed è in questo momento che si verificano delle reazioni che attraverso meccanismi di sinergismo ed antagonismo portano la pianta ad approvvigionarsi di parte o tutti i nutrienti. La soluzione fertilizzante cambia composizione ed anche nome, in questo sistema prende il nome di soluzione circolante ad indicare quanto la sua interazione con il terreno ne cambi profondamente le caratteristiche. In questa fase l’assorbimento dei nutrienti è favorito non solo dalla loro disponibilità in seguito alle suddette interazioni chimiche con il suolo, ma entra in gioco anche il fattore più importante: quello idrico.
Troppo spesso l’apporto di acqua ad una coltura non segue regole, si irriga senza logica in base ad esperienza o dando un’occhiata alle piante e i volumi di acqua si calcolano in ore senza considerare che l’unità di misura del volume è il metro cubo e non il tempo. Questo approccio sbagliatissimo può avere effetti negativi sulla nutrizione sia del punto di vista chimico che da quello fisico. Il terreno si definisce un sistema multifasico infatti, cioè costituto da una fase solida (le particelle che lo compongono), una fase liquida ( la soluzione circolante) e una fase gassosa (l’aria tellurica) e il giusto approccio idrico nutrizionale prevede che ci sia un equilibrio tra queste, quindi irrigazioni e quindi fertirrigazioni eccessive o scarse, sbilanceranno questo equilibrio rendendo difficile l’approvvigionamento di acqua e concime da parte della pianta.
Un eccesso idrico aumenterà la percentuale di fase liquida, l’acqua occuperà tutti gli spazi tra le particelle riducendo quindi l’aria tellurica. L’attività della pianta sarà quindi fortemente compromessa, perché le radici necessitano di un ambiente ossigenato per assorbire, oltretutto l’asfissia creata non sarà il luogo idoneo per i microrganismi aerobi, che rendono gli elementi nutritivi in forma più idonea per la pianta.
La scarsa irrigazione invece come si buon ben capire inciderà negativamente sia sull’apporto di nutrienti, favorendo l’insorgere di macro e micro carenze, sia sullo sviluppo dell’apparato radicale che perderà la sua efficienza assorbente e la sua capacità di accumulare riserve necessarie per prime fasi di sviluppo della campagna agraria successiva.
Un apparato radicale abbondante, vigoroso e sano consente un efficiente assorbimento dei nutrienti e dell’acqua dal suolo, primo obiettivo della gestione agronomica nutrizionale. Le radici dovrebbero sempre essere ben sviluppate nei sistemi di fertilizzazione, in particolare la fertirrigazione, dato il minore volume di suolo che viene esplorato.
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A questo punto la squadra di agronomi di AGQ Labs Italia studia e interpreta la interazione tra i fertilizzanti apportati, gli apporti di acqua e le proprietà di ciascun tipo di suolo per poter determinare gli assorbimenti di determinati nutrienti, controllare il pH, la salinità e la frazione di lavaggio, oltre a evitare deficienze e intossicazioni che avranno un grosso impatto sulla quantità e la qualità della raccolta. Tutte queste precise informazioni vengono quotidianamente utilizzate dai clienti per migliorare la loro produzione e ottimizzare l’uso delle risorse naturali.