
Risultati delle analisi di residui di pesticidi durante il 2019
L’EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, ha recentemente pubblicato i dati sui controlli ufficiali dei residui di pesticidi realizzati durante il 2019. Dei 96.302 campioni totali, il 96% è risultato entro i limiti previsti dalla normativa vigente.
La rilevazione punta a tenere sotto monitoraggio l’esposizione dei consumatori europei ai residui di fitofarmaci negli alimenti. I dati si riferiscono ai controlli ufficiali realizzati nei paesi UE durante il 2019. Non comprendono quindi i risultati delle analisi di autocontrollo realizzate periodicamente dalle imprese che commercializzano prodotti agro-alimentari.
Italia
In Italia su un totale di 11.500, il 62,6% dei campioni era privo di residui di pesticidi, il 36,2% presentava residui al di sotto dell’LMR, mentre abbiamo registrato solo l’1,1% di non conformi. Tutti i campioni di alimenti per l’infanzia baby food sono stati conformi.
Le sostanze che nel nostro Paese hanno registrato più frequentemente fuori norma (risultati che hanno superato l’LMR) sono il Chlorpyrifos in mele (16), Etofenprox su prugne (4), Chlorpyrifos su pesche (3), Acetamiprid su melagrana (3), Spirotetramat (RD) su fragole (3).
Come ogni anno, e sempre all’interno del programma di controllo coordinato dall’UE (EUCP) sono stati presi in analisi un sottoinsieme di 12.579 campioni dei 96.302 analizzati.
Nel 2019, il paniere di 12 prodotti su cui è stato realizzato un più approfondito controllo è stato composto da: mele, cavoli cappucci, lattuga, pesche, spinaci, fragole, pomodori, chicchi d’orzo, chicchi di avena, vino (rosso o bianco), grasso suino e latte bovino. In tale sottoinsieme è stato rilevato che:
- era entro i limiti di legge il 98% dei campioni
- 674, ovvero il 53%, sono risultati privi di residui quantificabili;
- 664, ovvero il 45%, contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi;
- il 2% infine, cioè 241 campioni, conteneva residui eccedenti il massimo di legge, dei quali l’1% è stato sottoposto a misure legali
Il programma europeo copre panieri simili di prodotti con una rotazione triennale, il che significa che è possibile identificare tendenze al rialzo o al ribasso per prodotti specifici.
Quindi, rispetto al 2016:
- il tasso di superamento è diminuito per le pesche (dall’1,9% all’1,5%), la lattuga (dal 2,4% all’1,8%), le mele (dal 2,7% al 2,1%) e i pomodori (dal 2,6% all’1,7%).
- i superamenti sono aumentati per le fragole (dall’1,8% al 3,3%), i cavoli cappucci (dall’1,1% all’1,9%), l’uva da vino (dallo 0,4% allo 0,9%) e il grasso di suino (dallo 0,1% allo 0,3%). Come nel 2016, non sono stati riscontrati eccessi nel latte vaccino.
Pesticidi non approvati nell’UE
I seguenti pesticidi, non approvati nell’UE, sono stati comunque trovati su campioni di prodotti coltivati nell’UE e rilevati dal programma con livelli superiori al limite di quantificazione LOQ -tenendo conto dell’incertezza di misura- e quindi non conformi ai livelli massimi di residui: acephate, carbofurano, clorfenapir, clorotalonil, clorpropham, clothianidin, ciflutrin, dieldrin, iprodione, metomile, oxadixil, triadimefon. I residui di pesticidi non approvati in UE e che hanno quindi fatto registrare non conformità su prodotti importati: acephate, clorfenapyr, clothianidin, diclorvos, fipronil, permetrina e tiametossam.
Tra i prodotti di origine animale (cioè grasso suino e latte di bovino), i pesticidi inquinanti organici persistenti liposolubili (cioè DDT (RD) e dieldrin (RD)) sono state le sostanze più frequentemente rilevate e quantificate. Queste sostanze non sono più utilizzate come pesticidi ma sono molto persistenti nell’ambiente e quindi possono ancora essere trovate nella catena alimentare ancora oggi.
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