
Requisiti minimi per l’utilizzo dell’ acqua a scopo irriguo
Le crescenti pressioni cui sono sottoposte le risorse idriche dell’Unione Europea (cambiamenti climatici, condizioni metereologiche imprevedibili, contaminazione delle acque dolci, ecc.) determinano scarsità d’acqua e deterioramento della qualità delle acque. L’emergenza idrica che colpisce l’Italia in questo periodo ne è un esempio eclatante. Il Regolamento UE 741/2020 si propone di definire requisiti minimi per l’utilizzo multiplo dell’ acqua a scopo irriguo.
Le politiche europee, da tempo, sono volte a migliorare questa condizione attraverso:
- Promozione del riutilizzo dell’acqua
- Limitazione dell’estrazione di acqua dai corpi superficiali e sotterranei
- Riduzione dell’impatto degli scarichi
- Promozione del risparmio idrico (tecniche di irrigazione, efficienza degli impianti, uso domestico)
Proprio in questo ambito, il Regolamento UE 741/2020 si propone di definire requisiti minimi per l’utilizzo multiplo delle acque, in modo da favorirlo, ove sia opportuno e sostenibile, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di protezione della salute e dell’ambiente. Sullo stesso tema in Italia è già vigente il DM del 02/05/2006 con i requisiti minimi per l’utilizzo dell’ acqua a scopo irriguo.
Data la complessità della materia sul piano attuativo il Regolamento UE 741/2020 sarà applicato dal 26/06/2023.
Promozione dell’economia circolare
Il riutilizzo dell’acqua a fini irrigui in agricoltura può altresì contribuire a promuovere l’economia circolare recuperando i nutrienti dalle acque affinate e applicandoli ai raccolti mediante tecniche di fertirrigazione. Il riutilizzo dell’acqua potrebbe in tal modo ridurre potenzialmente la necessità di applicazioni integrative di concime minerale. A tal fine gli utilizzatori finali dovrebbero essere informati del tenore di nutrienti delle acque affinate utilizzate.
Tale regolamento definisce quindi la categoria delle acque affinate quali acque reflue urbane, già trattate, ulteriormente sottoposte a trattamento al fine di renderle idonee all’uso
La produzione, l’erogazione e l’utilizzo di acque affinate è soggetto al rilascio di un permesso nazionale e sono getti alla verifica di conformità da parte dell’autorità competente
Le acque affinate sono suddivise in 4 categorie sulla base di caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche: Prescrizioni di qualità delle acque affinate a fini irrigui in agicoltura
Sulla base della valutazione del rischio possono essere aggiunte prescrizioni relativamente a:
- Metalli pesanti
- Antiparassitari
- Sottoprodotti di disinfezione
- Medicinali
- Microinquinanti e microplastiche
- Resistenza agli antibiotici
Per ciascuna classe di acqua irrigua, è prevista l’applicabilità nel settore agricolo come segue: Classi di qualità delle acque affinate e tecniche di irrigazione e utilizzi agricoli consentiti
Se l’acqua affinata resa disponibile dal gestore dell’impianto di affinamento non è compatibile con la tecnica di irrigazione o il tipo di coltura cui è destinata l’area, l’utilizzatore finale può ulteriormente trattare tale acqua per arrivare alla categoria necessaria. Così come ciò è possibile agli operatori del settore alimentare che possono con opportuni trattamenti dell’acqua affinata, ottenere acqua di qualità idonea alle proprie attività ai sensi del reg. 852/04 s.m.i.
Per ciascuna classe è definita anche una frequenza di monitoraggio: Frequenze minime delle attività ordinarie di monitoraggio delle acque affinate a fini irrigui in agricoltura
Nel nostro laboratorio puoi trovare assistenza per definire i protocolli più adatti al tuo utilizzo dell’acqua in agricoltura, sia per i parametri normati dal Regolamento UE 741/2020 sia per gli altri parametri significativi (ad esempio: pH, conducibilità, residuo secco, anioni, sodio e altri cationi, metalli)